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Il risparmio energetico non si evolve solo attraverso l’utilizzo delle risorse rinnovabili e la riqualificazione edilizia, ma anche utilizzando tecnologie sempre più all’avanguardia nella creazione e distribuzione dell’energia, e la cogenerazione è tra queste.

La tecnologia che storicamente ha costituito l’asse portante della cogenerazione in Italia è stata la turbina a vapore, che si impose come:

  • maturità, affidabilità, economicità e policombustibilità della soluzione;
  • iniziali difficoltà di cessazione dell’energia elettrica in surplus.

Dall’inizio degli anni 90, la situazione è cambiata grazie a due fondamentali novità:

  1. maturità e affidabilità delle TG e dei cicli combinati, parallelamente a rendimenti elettrici nettamente superiori e costi inferiori;
  2. liberalizzazione della produzione elettrica con emanazione di normative che fissano le condizioni di cessione alla rete.

Ma come si sta sviluppando oggi questo mercato all’interno della nostra nazione? Per capirlo possiamo analizzare insieme la Relazione Annuale sulla Cogenerazione in Italia, redatta dal Ministero per lo sviluppo Economico. I dati che sono stati analizzati fanno riferimento al 2017 e mostrano come in un anno (2016) c’è stato un aumento del 9% delle unità CHP (combined heat and power) distribuite sul territorio italiano, mentre tra il 2016 e il 2015 l’aumento è stato del 19%. In totale abbiamo 1.737 unità che utilizzato la tecnologia cogenerativa del motore a combustione interna, che rappresenta il 90% delle unità, per un totale di 13.233 MW generati.

Tipologia degli impianti cogenerativi italiani

Dati del Ministro dello Sviluppo Economico

La maggior capacità di generazione elettrica è però appannaggio delle turbine a gas a ciclo combinato con recupero di calore, con una capacità media di generazione pari a 162 MW.

Percentuale sulla capacità di generazione totale

Dati del Ministro dello Sviluppo Economico

Dati questi dati si vede come la maggior parte della produzione energetica degli impianti CHP viene da poche unità di grandi dimensioni, associati a produzioni industriali, mentre ci sono molti impianti di micro e piccola cogenerazione, con una produzione più bassa. Un dato che si ripercuote anche sui tipi di combustibili usati. Il gas naturale è al primo posto, essendo l’unica fonte per i motori a combustione interna e per le turbine a gas. Le fonti rinnovabili come biogas e biomasse, non sono ancora molto utilizzate, ma hanno ricevuto un incremento del 100% rispetto al 2016.

Combustibili usati negli impianti cogenerativi

Dati del Ministro dello Sviluppo Economico

Analizzando invece i dati geografici si evince che gli impianti CHP sono presenti soprattutto al nord, in regioni come la Lombardia, Piemonte, l’Emilia Romagna e il Veneto, mentre i valori di capacità media sono rilevati in Sardegna, Puglia e Sicilia.

Possiamo dire che gli impianti CHP si confermano un alleato fondamentale per l’efficienza energetica. Però il valore aggiunto è dentro a confini molto sottili. I diversi tipi di combustibile e le varie richieste energetiche richiedono esperienza e conoscenza del settore, con lo scopo di scegliere le tecnologie e le misure più adatte a soddisfare le esigenze degli utenti finali. Non dimentichiamoci che per fare in modo che un impianto di cogenerazione sia efficiente e vantaggioso dev’essere realizzato e dimensionato correttamente.

Alessandro Perucca

Titolare e Fondatore della Energy Solution srl di Recco, Motori a Gas, Ricambi e Servizi per l'Industria Energetica.